Giuseppe Bellusci ha parlato nella duplice veste di tifoso e calciatore bianconero nell’intervista rilasciata a tre giorni dalla sfida di campionato col Parma.

Era un ragazzo delle giovanili dell’Ascoli il Bellusci che nel 2004-2005 ha assistito all’ultima volta in cui il Picchio ha disputato i play off per la promozione in Serie A:

“E’ bello tornare a vivere quella passione, che ha sempre contraddistinto questa piazza, finalmente dopo tanti anni di buio stiamo facendo tutti qualcosa di importante, a partire dalla Società fino al Mister, ai giocatori e soprattutto ai tifosi, che stanno tornando in massa e stanno facendo sentire l’amore che provano per la squadra. Lo hanno fatto alla Corte del Sole prima della partita col Pordenone e dopo la partita con la Reggina, si sta ricreando quell’alchimia squadra-tifosi che nei bei tempi c’è stata e ha portato tante soddisfazioni in ogni luogo”.

La squadra, complice la giornata di Pasquetta, sarà seguita in Emilia da tanti tifosi:

 “Nello spogliatoio c’è stato qualche riferimento ai numeri importanti, che continueranno a crescere nelle ultime ore, siamo convinti che a Parma sarà come giocare in casa. I tifosi stanno dimostrando grande attaccamento e tanta passione. Credo che negli ultimi anni, complici le difficoltà della squadra e quelle legate al Covid, tanti giocatori non abbiano visto realmente le capacità del tifoso ascolano. Sì, posso raccontarle, ma quando le vivi è un’altra cosa, l’esperienza rende davvero particolari le situazioni. Tanti ragazzi si stanno rendendo conto di cos’è il tifo ascolano e di quanto amore c’è in questa piazza”.

Nel rush finale di stagione il primo ostacolo è il Parma dell’ex Iachini:

“Iachini è un allenatore navigato, ha fatto molti anni in B e ha vinto tanto, sarà una partita molto difficile perché il Parma ha un po’ steccato l’obiettivo iniziale, quindi proverà a chiudere il campionato in bellezza e fare più punti possibile, sarà una partita tosta”.

Bellusci, dal suo ritorno all’Ascoli, ha disputato 14 partite, 9 in coppia con Botteghin, 5 con Quaranta:

“Eric non lo scopro io, ha una carriera importante, arrivava qui da un calcio diverso, ma è stato molto bravo ed intelligente a calarsi immediatamente nelle richieste dell’allenatore, non era facile. Ho avuto la fortuna di giocare due anni in Inghilterra, un calcio simile a quello olandese, in cui ha giocato Eric, ma molto diverso da quello italiano. E’ stato difficilissimo l’adattamento per me che arrivavo dall’Italia, figuriamoci come lo è stato per un ragazzo che non parlava la lingua ed era reduce da principi e idee calcistiche totalmente differenti dalle nostre. Per questo va fatto un applauso ad Eric, grande professionista e grandissima persona, sta disputando un ottimo campionato. Danilo Quaranta per me è un giocatore fortissimo, l’ho detto anche dopo la partita di Cosenza, la prima che abbiamo giocato insieme, deve crescere in alcuni aspetti e deve farlo velocemente perché ha l’età giusta per imporsi in un campionato come questo”.

Fra i difensori manca il gol di Bellusci:

“Il mio obiettivo è non prendere gol, poi tutto quello che viene in più è oro, ma non mi ha mai assillato particolarmente la rete. Va detto che i difensori hanno fatto la loro parte in termini di gol, Eric più volte, Salvi, Falasco e Baschirotto, a segno in tre occasioni. Come numeri nel reparto difensivo ci siamo, poi ognuno ha il suo mestiere, il difensore deve difendere e l’attaccante segnare”.

Il difensore bianconero ha raccontato i giorni che hanno preceduto il suo ritorno all’Ascoli. La sua è stata una scelta voluta, ma che aveva incontrato le perplessità della famiglia:

“Io ero convinto della scelta di Ascoli dopo Monza; a non essere convinti erano gli amici, la famiglia, il procuratore. Noi, che siamo di Ascoli e conosciamo la realtà, sappiamo che nell’ultimo periodo c’è stato il ritorno di Gigi Giorgi, mio grandissimo amico, il suo è stato un ritorno sfortunato, per via degli infortuni, per il periodo calcistico, per le difficoltà della squadra e ha pagato a caro prezzo la scelta di cuore. Le scelte di cuore a volte fanno male, ma io ero convinto che era il momento giusto e avevo voglia di tornare a casa mia dopo tanto girovagare. Avrei voluto farlo anni prima, ma non c‘erano stati i presupposti, che invece si sono verificati quest’anno. Ed è bastato un minuto per rifare il matrimonio”.

Col Monza ha assaporato anche la gioia di indossare la fascia di capitano, complici le assenze di Dionisi, Leali, Eramo:

“Purtroppo il risultato non è andato come desideravo. Per me è un’emozione grande, al di là della fascia, ogni volta che scendo in campo con la maglia che sognavo da bambino e con la squadra per cui faccio il tifo. E’ sempre un’emozione, la fascia è qualcosa in più, ma abbiamo i senatori, gente che l’ha indossata e ha fatto bene per il gruppo e ha fatto bene fuori dal campo, non mi permetterei mai di intaccare un tale prestigio, è giusto che ci siano delle gerarchie”.

L’intervista completa nel video: